2 giugno: il sindaco Vecchi premia i partigiani

Dobbiamo prima di tutto a voi la nostra Repubblica: alla vostra passione civile, al coraggio che vi animò e vi permise di diventare partigiani o affrontare l’internamento, alla vostra intransigenza per la libertà e all’idea di sacrificio, di mettere in conto il sacrificio della vostra vita per il riscatto del nostro paese, per la dignità e i diritti di tutti. Intransigenza e sacrificio sono idee forti, che oggi, nella cultura ricorrente del lamento, non sono per nulla scontate, eppure sono alla base dello snodo storico che oggi celebriamo insieme, la nascita della nostra Repubblica. Le nostre istituzioni democratiche sono nate e hanno imparato a camminare sulle vostre gambe. Non abbiamo nulla da insegnarvi, abbiamo tanto di cui esservi grati, raccogliendo il vostro testimone”.

Con queste parole il sindaco di Reggio Emilia Luca Vecchi si è rivolto, oggi in un teatro Ariosto gremito, ai 141 decorati reggiani – 130 partigiani con Medaglia della Liberazione e 11 (di cui nove alla memoria) internati militari con Medaglia d’Onore – nel corso della celebrazione del 70° anniversario della Repubblica.

Le onorificenze, conferite dalla Prefettura, sono state consegnate dal prefetto Raffaele Ruberto, che ha letto il messaggio del presidente della Repubblica Sergio Mattarella per il 2 Giugno, dallo stesso sindaco Luca Vecchi e dal presidente della Provincia Giammaria Manghi, dopo la cerimonia dell’Alzabandiera (il Tricolore è stato portato da Matilde Ambrosetti ed Eugenio Caramel che oggi compiono 18 anni e conseguono quindi il diritto di voto) e gli Onori militari in piazza Prampolini, alla presenza delle altre autorità civili e militari e del vescovo di Reggio Emilia-Guastalla Massimo Camisasca.

Fra i presenti, i deputati Antonella Incerti, Maria Edera Spadoni, Paolo Gandolfi, Maino Marchi; il presidente dell’Anpi Ermete Fiaccadori e il neo-cavaliere del Lavoro, Fulvio Montipò.

Repubblica-MontanariIl 2 Giugno – ha detto il sindaco Vecchi – è lo snodo centrale di un percorso che veniva da lontano, alimentato dalla spinta antifascista che era nata, maturata e si era diffusa nel paese durante la dittatura ed era scaturita nella Resistenza, nella esplicita lotta di Liberazione che ha coinvolto direttamente centinaia di migliaia di persone in modi diversi e con un unico scopo: liberare l’Italia, ridare dignità al suo popolo, affermare diritti uguali per tutti attraverso istituzioni democratiche. Poi la tanto attesa Liberazione, quindi il referendum in favore della Repubblica e la Costituente con l’approdo al suffragio universale, per giungere alla nostra Costituzione. E quando parliamo di suffragio universale, ci riferiamo al riconoscimento in Italia, con notevole ritardo rispetto ad altri paesi, del voto alle donne. La Repubblica muoveva i primi passi con l’estensione di un diritto, conquistato con dure battaglie, da quelle donne che oggi con riconoscenza chiamiamo Madri della nostra Repubblica.

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