Firenze – “Quando si votò per il ripudio della guerra, noi, tutte e 21, ci tenemmo la mano. Eravamo tutte per la pace, anche la collega qualunquista, che poi era monarchica. Fummo unite anche per rimuovere il divieto che avevano le infermiere di sposarsi. E ci riuscimmo” Sono le parole di Teresa Mattei, la più giovane, all’epoca dell’Assemblea Costituente ha solo venticinque anni, partigiana, è laureata in filosofia. E’ sua la scelta della mimosa, il fiore che rappresenta la festa della donna, un fiore popolare, alla portata di tutti e che nasce a marzo, l’idea le venne suggerita da Luigi Longo sulla scia delle donne parigine che festeggiavano l’8 marzo con viole e mughetti. E’ una delle ventuno donne protagoniste che nell’anniversario dei settanta anni dell’Assemblea Costituente e della nascita della Repubblica italiana saranno ricordate domani in occasione di “ 2 giugno 1946 – Quando gli uomini chiesero aiuto alle donne”, a cura di Daniela Cappelli e Paolo Marini dell’Associazione Eventi 20 che avrà luogo alle 17.00 nella sala Marina Trambusti della sezione Soci Coop Firenze Sud Est in Piazza Bartali a Firenze. Un racconto per immagini, musiche, proiezioni che renderà omaggio alle donne italiane che per prime si sono battute per i principi che hanno trovato corpo nella carta costituzionale e nelle leggi e che per prime hanno ricoperto incarichi politici e non solo.
Angela Maria Guidi Cingolani è vicepresidente della Consulta Nazionale, sarà in assoluto la prima donna a parlare in una assemblea democratica, queste le sue parole “Credo proprio di interpretare il pensiero di tutte noi consultrici invitandovi a considerarci non come rappresentanti del sesso debole, ma pregandovi di valutarci come espressione rappresentativa di quella metà del popolo italiano che ha qualcosa da dire, che con voi ha lavorato, con voi ha sofferto, resistito, combattuto”. Lina Merlin, laureata in lettere e insegnante, nota per la legge sulle case di tolleranza, a lei si devono numerosi provvedimenti in materia di adozioni e di maternità come l’abolizione negli atti anagrafici della dicitura “figlio di N.N.”, l’equiparazione in materia fiscale tra figli naturali e figli legittimi, la disparità tra figli adottivi e figli propri nella legge sulle adozioni e la soppressione della clausola sul nubilato nei contratti di lavoro, che prevedeva il licenziamento in caso di matrimonio.
Teresa Noce, partigiana con il nome di battaglia Estella, giornalista, moglie di Luigi Longo, nel 1943 venne arrestata e, dopo alcuni mesi di carcerazione, fu deportata in Germania, prima al campo di concentramento di Ravensbruk, poi in Cecoslovacchia costretta lavoro forzato fino alla liberazione da parte dell’esercito sovietico. E’ a lei e a Lina Merlin che si deve la formulazione dell’articolo 3 della Costituzione : “Tutti i cittadini…sono uguali davanti alla legge, senza distinzioni di sesso“, con le quali veniva posta la base giuridica per il raggiungimento della piena parità di diritti tra uomo e donna, che fu sempre l’obiettivo principale della sua attività politica. Ognuna con una storia personale da raccontare destinata ad incrociarsi con quella del nostro Paese e delle sue radici democratiche.
L’incontro di domani vedrà il saluto del presidente del Quartiere 3 Alfredo Esposito e la partecipazione della vicesindaca Cristina Giachi, della senatrice Rosa Maria di Giorgi, di Maria Federica Giuliani presidente della Commissione cultura del Comune di Firenze, di Marta Rapallini presidente dell’Istituto Gramsci, di Maria Grazia Cappelletti dell’Associazione Just Women, Giulia Spagnesi presidente della sezione Soci Coop Firenze Sud Est e di Armando Caprilli presidente dell’Associazione Eventi 20.