Sono 152mila le entrate di personale dipendente programmate dalle imprese dell’industria e dei servizi tra gennaio e marzo, circa 60mila in più di quelle rilevate per l’ultimo trimestre dello scorso anno. Tuttavia nello stesso periodo le uscite di personale dipendente attese sono pari a 227.50 e, dunque, il saldo che ne risulta è negativo: -75.000 posti, equivalenti a un calo dell’occupazione dipendente nell’industria e nei servizi dello 0,7%.
A prevederlo è il Sistema Informativo Excelsior di Unioncamere e Ministero del Lavoro che, riguardo alle assunzioni, precisa: “Si tratta in larga parte di riattivazioni di contratti in scadenza a fine 2011 o di assunzioni in sostituzione di analoghe figure che hanno interrotto (anche solo temporaneamente) il loro rapporto di lavoro”.
A realizzarle saranno quelle oltre 107mila imprese che, nonostante lo scenario congiunturale, legano il rinnovamento o l’espansione della base occupazionale all’andamento della domanda estera (sono circa 25mila le imprese esportatrici che assumono) e alla realizzazione di nuovi prodotti o servizi (quasi 32mila imprese hanno innovato e programmano, nell’immediato, nuove assunzioni).
La sofferenza occupazionale tocca soprattutto le piccole imprese, ed investirà in maniera più consistente il Mezzogiorno e interesserà soprattutto (ma non esclusivamente) i contratti a tempo determinato.
”Per ridare slancio all’occupazione e agli investimenti, le imprese hanno bisogno di un credito accessibile”, ha evidenziato il presidente di Unioncamere, Ferruccio Dardanello. ”In questo delicata fase economica è anche indispensabile individuare percorsi adeguati per dare impulso ai consumi, puntando anzitutto sulla grande risorsa del turismo per attrarre flussi internazionali” ha aggiunto. “Inoltre – ha concluso – per rilanciare la filiera delle costruzioni, nella quale Excelsior segnala una più significativa perdita di posti di lavoro, assai utile sarebbe puntare su investimenti diffusi nella green economy e nelle infrastrutture fondamentali”.