1464, l’armeggeria di Bartolomeo Benci per Marietta Strozzi

Firenze – Il 14 febbraio 1464, ultimo giorno di carnevale, Firenze fu percorsa dalla memorabile armeggeria di Bartolomeo Benci in omaggio a Marietta Strozzi: una sorta di giostra, un rituale cortese che simulava la guerra come contesa d’amore.

In quella fredda ma limpida notte d’inverno affiancarono il Benci otto giovani delle più nobili famiglie attorniati da servi e scudieri con le multicolori livree delle varie casate. E’ stato calcolato che fossero almeno 500 persone* che cantavano, suonavano pifferi e svariati altri strumenti. Dall’attuale via de’Benci arrivarono a Palazzo Strozzi (non l’attuale che è di epoca successiva ma quello di fronte, poi chiamato lo Strozzino) dove viveva con la madre la sedicenne Marietta, una delle più belle ragazze di Firenze, figlia di Lorenzo e nipote di Palla Strozzi da tempo in esilio. 

Oltre a un poemetto di Filippo Lapaccini abbiamo un resoconto in prosa grazie allaNotizia d’una festa fatta la notte di charnasciale per una dama, la quale fu figliuola di Lorenzo di messer Palla degli Istrozzi”. **

Benché sedicenne, Marietta Strozzi era dunque considerata una “dama” –come osserva Paola Ventrone -secondo la terminologia cortese ormai ampiamente diffusa dalla letteratura cavalleresca.

“La detta festa – scrive l’anonimo autore della Notizia – fu fatta da Bartolomeo Benci, chome innamorato di detta dama, chome desideroso d’acquistare più grazia con detta dama”. Il termine chome innamorato  pone un problema : significa come se fosse  oppure  essendo  innamorato ? 

Il corteo era particolarmente fastoso. Bartolomeo Benci procedeva a cavallo con un giubbone di perle ricamato e gioie, con due ali dorate sulle spalle ed era attorniato da 150 giovani a piedi, tutti in divisa verde, colore simbolo della speranza d’amore con gonnellini di raso e ognuno teneva una torcia accesa.

Inoltre, ciascuno dei nove giovani esponenti delle grandi famiglie riccamente vestiti aveva 30 servitori in livrea che portavano torce con gonnellino di seta, tenevano la briglie dei cavalli. Al centro, spiccava un Trionfo d’amore, un carro dorato(guardandolo si rimaneva abbagliati) con le insegne dei Benci e degli Strozzi e con la raffigurazione di un cuore sanguinante circondato da fiamme. 

Tra l’altro la Signoria, per l’occasione, aveva addirittura emesso un bando che vietava con gravissime sanzioni, a chiunque altro di andare a cavallo per non ghuastare tal festa.  

Arrivati a Palazzo Strozzi, i giovani a cavallo con in mano una lancia dorata simularono una battaglia. Poi, sempre con una simbologia amorosa, ruppero la lancia sulla parete del Palazzo, sotto la finestra di Marietta che si affacciò con graziosa onestà. E tanto fu l’impeto che alcune schegge entrarono dalle finestre.

Quindi, al Trionfo d’amore fu appiccato il fuoco ed esplose accompagnato da grida e suoni; i razzi saettavano come se fossero frecce di Cupido e “volarono in aria appresso alla dama e alcuni andarono in chasa”.

Di questa vicenda e del suo significato politico si sono date varie interpretazioni . Si è parlato di un’alleanza fra i Benci e gli Strozzi in funzione antimedicea in previsione della morte di Cosimo oppure di un’offerta di amicizia agli Strozzi da parte dei Medici e dei loro alleati 

La più inconsueta ma probabilmente più attendibile, mi sembra quella che si trova nel libro La congiura di Franco Cardini e Barbara Frale .I due attori sottolineano che, in modo sottilmente imprevedibile, il festoso assedio al Palazzo degli Strozzi trasformò il gioco in una sorta d’ intimidazione. Il simbolismo dell’evento sarebbe stato una proposta di alleanza da parte del partito mediceo che in via di rottura con alcuni vecchi e ragguardevoli alleati ne cercava di nuovi e guardava alla più illustre famiglia degli Strozzi divisa in due rami, uno in qualche modo alleato e uno esule ma pur sempre degno di attenzione rispetto e fonte di preoccupazione.***

Mentre sotto la finestra si fa “la mostra” dal tramonto all’alba“ il brivido d’un significato sottinteso s’insinua nella bella festa invernale”.****  Insomma, qualcosa che può suonare anche come un’ avvertimento o addirittura come un’intimidazione. 

Si legge nella  “Notizia”   che “partiti di quivi, andarono a rompere le lancie e armeggiare a chasa le dame di ciaschuno de’ suoi chonpagni, cioè degli otto nominati. Di poi tornarono tutti dalla dama del Signore e feciolle una mattinata cho molti suoni e grà magnificenze. “            

Abbiamo chiesto a Barbara Frale quale fosse il senso di questo evento e quale il suo significato sottinteso.

Costata tantissimo, sontuosa, organizzata secondo un “palinsesto” ben studiato, l’armeggeria era un gioco ma anche la scenografia di una “rivoluzione” silenziosa con la quale i Medici avrebbero ottenuto nella Signoria un nuovo, fortissimo appoggio – spiega Frale –  Lo spezzare le lance, tipico di queste manifestazioni, indica comunque che la politica in quei tempi non è mai pacifica, ma bellicosa perché ciò attiene alla mentalità e ai sistemi politici dell’epoca; va anche detto che Lorenzo, il quale usciva da famiglia popolare e in teoria non avrebbe dovuto portare le armi, invece ci teneva moltissimo (e così anche Giuliano) a mostrare quanto abile fosse nel maneggio delle armi e del combattere a cavallo, che erano invece tipici della nobiltà.

Insomma, il senso dell’evento è questo: allearsi con i Medici e partecipare alla grande festa da loro orchestrata godendone il fasto e i vantaggi, oppure…A buon intenditor, poche parole”.

Tra l’altro qualche giorno prima dell’armeggeria c’era stato un altro episodio: una battaglia di palle di neve di un’altra brigata filomedicea,  guarda caso  nella piazzetta antistante Palazzo Strozzi.

E Marietta? Tutta Firenze parlò della sua straordinaria bellezza e della grazia con cui aveva saputo interpretare il ruolo della dama destinataria dell’omaggio ma Paola Ventrone ***** rileva che Filippo Strozzi il Vecchio in una lettera al fratello Lorenzo la considerava soprastata ovvero sovraesposta******. Avrebbe poi sposato il conte Teofilo Calcagnini e si sarebbe trasferita a Ferrara.

Note.

*Cfr. Cardini B.Frale,  La congiura. Potere e vendetta nella Firenze dei Medici, Bari 2017  p.34. 

**pubblicato da A. Gherardi, Nota dell’armeggeria fatta da Bartolomeo Benci alla Marietta degli Strozzi il 14 febbraio 1464 Firenze, tip. Galileiana, 1876, per nozze Paoli-Martelli

***Ivi, pp. 37- 8

****Ibidem

*****P.Ventrone, Simonetta Vespucci e le metamorfosi dell’immagine della donna nella Firenze dei primi Medici  in  G.Lazzi- P.Ventrone, Simonetta Vespucci. La nascita della Venere fiorentina, Firenze 2007 pp.32-.

******Ivi, pp. 27-8.

 

 

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