Firenze – La danza è un linguaggio universale, ma diverse sono le interpretazioni di questa forma d’arte nelle singole culture popolari. Per il coreografo togolese Anani Sanouvi, per esempio, la danza è soprattutto “celebrazione di un rito”. Per la cantante e danzatrice svizzera Barbara Klossner è l’espressione di un rapporto diretto con la natura semplice e incontaminata.
E’ anche dall’incontro fra questi due mondi artistici che nasce lo spettacolo che la direttrice dell’Istituto Francese di Firenze Isabelle Mallez ha promosso per festeggiare la Festa nazionale del 14 luglio nel nome della solidarietà e della comprensione fra i popoli. Due punti di vista dall’esterno per raccontare una storia di impegno senza riserve e senza pregiudizi nella battaglia contro l’intolleranza, l’oscurantismo religioso, la violenza perpetrata in nome di un dio che si trasforma in principio di morte. Come quello che è accaduto in Francia negli ultimi mesi.
Anani ha presentato ieri in tre nobili cortili fiorentini tre “performance interattive itineranti” (Il Museo del Novecento, il Palazzo Corsini e il Palazzo Strozzi) insieme a 12 giovani danzatori di Opus Ballet diretti dal coreografo africano che vive in Brasile. Le performance, che saranno replicate oggi, giorno della Festa francese, avevano come tema i grandi valori che la Rivoluzione Francese ha donato all’umanità: Liberté, Egalité, Fraternité.
Due gli atti di ciascuna performance. Il primo, sulle musiche di Philip Glass, danzato dai ragazzi dell’Opus Ballet vestiti di bianco con nastri e sciarpe rosse e blu, i colori della bandiera transalpina. Libertà nelle aspirazioni, nei desideri nei movimenti dei danzatori; uguaglianza nel sentimento religioso di un dio che ha diversi nomi ma che è espressione dello stesso sentimento dell’assoluto che ciascuno di noi riconosce nell’altro e lo porta ad amarlo; fraternità che ci spinge verso gli altri per uno scambio reciproco e fecondo di sentimenti, esperienze, aiuto materiale.
Barbara Klossner
Questi valori sono al centro della nostra civiltà che si confronta con il diverso, dialoga con lui, ricerca insieme a lui. Ecco il secondo atto. Comincia con un canto profondo, dolce e nello stesso tempo inquietante. E’ la natura che si mette in sintonia con quello che hai dentro e che è l’unica verità conoscibile. La voce di Barbara che gorgheggia jodler, su vocali o su sillabe di puro valore fonetico, prepara il rituale danzato da Anani sul ritmo frenetico dei tamburi africani. E’ il momento in cui l’uomo si mette in contatto con la natura/divinità e ne trae alimento e forza per affrontare l’esistenza.
Anani e Barbara raccontano che si sono incontrati per caso sull’aereo che li portava in Europa da Rio de Janeiro. “C’è stato come un reciproco riconoscimento dell’essere entrambi artisti”, dice Barbara. “Così , al buio, senza sapere che cosa sarebbe successo, abbiamo deciso di provare a mettere in scena i nostro due mondi così diversi e lontani”, dice Anani.
Le performance sono state seguiti da un pubblico attento e partecipativo. Per Isabelle Mallez è stato anche questo un modo per ringraziare Firenze per la vicinanza dimostrata nei confronti del popolo francese nel momento del dolore e della sofferenza.
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