Una mostra open air della durata di due settimane che rievochi il lockdown da poco trascorso, riempiendo cartelloni pubblicitari cittadini ora inutilizzati e ignorati in vere e proprie opere d’arte fotografica. “Spazio libero. Immagini per riabitare la città”: è questo il titolo dell’esposizione che sarà visibile in Circonvallazione, in via Matteotti e in via Verdi a partire da domenica 31 maggio. Le immagini esposte sono state realizzate appositamente da undici giovani fotografi italiani under 35 per non dimenticare i difficili momenti appena trascorsi e per ripartire più forti di prima sotto il segno della cultura. I cartelloni pubblicitari abbandonati, inutilizzati dall’inizio della quarantena, arrugginiti e dimenticati, saranno i protagonisti di questo progetto, veri e propri “display” che permetteranno a chiunque di poterne fruire all’aperto e a distanza, come da attuali disposizioni.
Per accompagnare il percorso espositivo è stata creata appositamente da Max Casacci, chitarrista dei Subsonica, una playlist per il profilo Spotify del Comune che guidi tutta la mostra con note e con commenti in musica, confermando il carattere giovane e multimediale del progetto.
Ed ecco che la cultura riprende dimensione sociale, di fruizione e condivisione collettiva, portando con sé riflessioni da protagonisti attivi e uniti per quanto riguarda il prossimo futuro.
Gli impianti destinati all’affissione di manifesti pubblicitari, rimasti in silenzio per oltre due mesi, ospiteranno ora le visioni di Domenico Camarda, Emanuele Camerini, Marina Caneve, Tomaso Clavarino, Lorenza Demata, Irene Fenara, Luca Marianaccio, Luca Massaro, Iacopo Pasqui, il collettivo romano Vaste Programme e Martina Zanin. Tutti i fotografi sono stati selezionati dall’attuale e dalle scorse edizioni di Giovane Fotografia Italiana, il progetto dedicato ai talenti under 35 nell’ambito del festival reggiano Fotografia Europea. Il percorso inizia dai Chiostri di San Domenico, luogo simbolico perché sede dell’appuntamento annuale con la mostra collettiva Giovane Fotografia Italiana.i
Su via Dante Alighieri prende posto il progetto “I miei sogni non rimangono a casa”, la prima parte della grande installazione Spazio Libero, dedicata alle visioni di Luca Marianaccio, uno dei protagonisti dell’edizione 2019 di Gfi. La seconda zona è quella di via Matteotti, sede dei lavori di Emanuele Camerini con il progetto “Nel Vento”; nella stessa area Irene Fenara, artista bolognese che lavora sulle immagini delle telecamere di videosorveglianza, offre alla città “Extraordinary Appearances”, una serie di scatti sugli spazi di cui il regno animale si è riappropriato durante il lockdown. Tornando sulla Circonvallazione si incontra il progetto “Waithood” di Domenico Camarda, una riflessione visiva su quella fase della vita che scorre in sospeso tra l’adolescenza e l’età adulta. Continuando a percorrere l’anello che cinge il centro storico ci si imbatte in “Don’t have much to say today”, di Lorenza Demata che occupa la zona di viale Timavo e Piazzale Fiume; protagonista dell’edizione 2018 di Giovane fotografia italiana, il fotografo torinese Tomaso Clavarino accompagna poi il visitatore nel tratto di Circonvallazione fino all’incrocio con via Guasco con il progetto “Quarantine Ballad”, una ballata campestre di quarantena vissuta nel tempo sospeso del Basso Monferrato. Il progetto è stato pubblicato recentemente sulle pagine del “Washington Post”.
La seconda deviazione del percorso porta il visitatore sul lungo Crostolo nel tratto di via Verdi che accoglie l’installazione di Luca Massaro, ragazzo reggiano che partecipò all’edizione 2016 di Giovane Fotografia Italiana e che in questa sede presenta “5 Billboard, Reggio Emilia”, una ricerca site specific concentrata sullo spazio invisibile che separa una fotografia dalla sua didascalia e le immagini dalle parole. Il percorso prosegue, tornando sulla Circonvallazione, con gli scatti di Martina Zanin che porta “Take care”, una riflessione sul legame tra uomo e natura in cui la bellezza diventa progressivamente provocazione. In prossimità della Caserma Zucchi trovano posto le visioni di Marina Caneve, premio per la Giovane Fotografia Italiana 2018, che attraverso il progetto “The Shape of Water Vanishes in Water” crea un parallelo tra questo momento storico e la fase dell’adolescenza. La stessa zona ospita i lavori di Iacopo Pasqui, vincitore dell’edizione 2019 dello stesso premio, che partecipa con una selezione di immagini dal titolo di una poesia ispirata ai giorni della quarantena “Io comunque voglio lo stesso l’estate / e noi felici che ci fotografiamo sulla spiaggia / come il giorno del tuo compleanno”. Chiude il percorso ad anello che torna al punto di partenza attraverso via Piave il progetto “What colour are your eyes?” firmato dal collettivo romano Vaste Programme, che parla di identità e identificazione, sia in modo intimo che in un senso più ampiamente politico.
Nel cuore del centro storico c’è infine uno spazio in cui tutti i progetti si incontrano e dialogano tra loro, un concentrato delle visioni che è possibile incontrare percorrendo la mostra: il voltone di via della Croce Bianca come cuore pulsante dell’intera operazione.
“Cerchiamo di tornare ad una creazione fisica, reale, meno virtuale – ha affermato Annalisa Rabitti, assessora alla Cultura, durante la conferenza stampa di presentazione dell’evento presso i Chiostri di San Domenico -: questa mostra è la cultura che batte un colpo e grida ‘eccomi’. Gli spazi espositivi della città sono vuoti, scrostati, raccontano un momento di abbandono che ora è passato: questo progetto dona nuovo respiro, gli fa dire di nuovo qualcosa. Una mostra open air è un regalo alla città, un ribaltamento di prospettive per questa nuova situazione”.
“Far ripartire la città nella sua vivacità creativa e artistica è una vera esigenza – ha continuato Raffaella Curioni, assessora a Educazione, Conoscenza, Città universitaria e Sport – e, simbolicamente, la scelta migliore è ricominciare dalla cultura. Giovane Fotografia Italiana è un progetto che seguiamo dal 2012 in collaborazione con Giovani Artisti Italiani e nasce con importanti festival internazionali. Sono undici i ragazzi che hanno risposto alla nostra chiamata e donato queste immagini che ritraggono o rappresentano il lockdown. In fondo Reggio è una città ‘a misura d’arte’, e da qui riparte”.
“Ci siamo imposti una sfida: una mostra lontana dall’ambiente museale – ha proseguito Laura Campioli, curatrice della mostra -. Con questo progetto ci muoviamo nel solco dell’arte che si riappropria dello spazio pubblico, che si lascia fruire nella sua dimensione sociale. Immagini che per mesi sono state vincolate ad uno schermo diventano ora spazio fisico e ci trasformano di nuovo in veri osservatori”.
“Un progetto entusiasmante, dalla forte empatia artistica e umana – ha aggiunto Daniele De Luigi, curatore della mostra -. Riportiamo gli ‘schermi’ nella città reale, utilizziamo nuovi ‘display’. Ripartiamo con la fotografia, vocazione della nostra città, lasciando le cornici ma riaprendo gli spazi pubblici”.
“Credo sia importante ricordare che se non fosse accaduto nulla in questi ultimi mesi avremmo partecipato tanto a Fotografia Europea quanto al fitto programma culturale estivo, entrambi ‘alle porte’ – ha concluso in sindaco di Reggio Luca Vecchi -. Invece, in questa fase di ripartenza, dobbiamo riaccendere e rimettere in moto una città rimasta ferma, ma con orgoglio posso affermare che noi ripartiamo dalla cultura. Bellezza e dolore spesso convivono insieme, come in questa mostra, che utilizzando la prima spiega la seconda. Il Paese spesso si dimentica del patrimonio culturale di cui è custode, ma il nostro territorio non vuole perdere di vista questa centralità. Non dimentichiamo che quello che stiamo conquistando ora sarà ciò che troveremo nella fase 3 della pandemia e i linguaggi artistici devono continuare ad essere parlati e, possibilmente, sempre di più e sempre meglio”.
Non è previsto un vero e proprio evento inaugurale della mostra sia per tutelare la salute delle persone, sia perché “Spazio libero” emerge sulle strade della città con lentezza, un manifesto dopo l’altro, con il ritmo delle affissioni, ed è così che deve essere scoperto. L’iniziativa non si esaurisce con le esposizioni delle opere sulle strade della città ma ampio spazio sarà dedicato ai progetti e alle narrazioni degli artisti sul portale online “Eventi a casa tua”, che continua a rappresentare una piazza partecipata di produzione e fruizione culturale. Le immagini, il percorso e tanti approfondimenti curati dai protagonisti di “Spazio libero” e da importanti personalità del panorama culturale contemporaneo resteranno disponibili in rete anche dopo la fine della mostra open air, per lasciare una traccia aperta e accessibile di quest’ampia operazione culturale in città dopo la chiusura del Paese.
Tutto il percorso su eventi.comune.re.it insieme ad approfondimenti e interviste sui canali Facebook e Instagram @culturareggioemilia.