10mila al Mandela Forum per la difesa dell’olio extravergine di oliva italiano

Firenze – E’ cominciata stamattina alle 8, la grande manifestazione-convegno con cui Coldiretti ha chiamato a raccolta produttori e consumatori, tutti coloro che nei campi o sulla tavola amano, coltivano, gustano, comprano l’oro italiano, vale a dire l’olio extra-vergine d’oliva. Si tratta della Giornata nazionale dell’extravergine italiano, con diecimila agricoltori che con i trattori  hanno lasciano le campagne per difendere in una storica mobilitazione il prodotto più rappresentativo della dieta mediterranea, assalito dalla concorrenza sleale, dalle speculazioni, dalla mancanza di trasparenza in etichetta, dalle truffe ed inganni. Ed è proprio la Toscana la sede della manifestazione, ovvero la regione su cui speculatori senza scrupoli e truffatori investono di più per spacciare, sfruttandone il nome,  l’olio di oliva straniero come italiano. I cartelloni degli agricoltori danno conto di questa nota verità, con scritte come “Avete preso i nostri marchi, non vi daremo le nostre piante”, “Chi acquista ha il diritto di sapere se quello che compra è veramente fatto in Italia”, “Piu’ trasparenza”, Spremiamo l’olio non i produttori” e “Stop agli inganni, salviamo il Made in Italy”.

Una giornata poliedrica, che oltre alla protesta guarda anche alla difusione della conoscenza dell’extravergine italiano, e, dal momento che è già iniziata la spremitura delle olive ed è tutto pronto per far degustare per la prima volta l’olio nuovo dell’annata 2016/2017, è approntata anche la degustazione con olio proveniente dalle diverse regioni con le valutazioni di esperti assaggiatori. Non solo: oltre ad un’apposita area per le dimostrazioni dal vivo delle frodi e degli inganni più frequenti, si trova anche, pronto all’azione, il tutor dell’extravergine per guidare nell’ acquisto e nel consumo, anche al ristorante.

Ma la riprova dell’eccellenza e della tradizione preziosa dell’olivo nel Belpaese, sono le piante di ulivo delle centinaia di varietà (395) di cui è ricca l’Italia, compresi tutti gli oli delle diverse regioni che ci hanno fatto conquistare la leadership mondiale nella qualità. Le proprietà dell’olio di oliva, infine, sono oggetto dell’open space dedicato all’innovazione con eclatanti curiosità, dall’olio di oliva piu’ costoso al mondo a quello hi-tech, ma anche le novità in cucina e nella cosmetica. Con gli agricoltori ci sono già il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo e l’intera giunta nazionale, in attesa del premier Matteo Renzi insieme al ministro delle Politiche Agricole Maurizio Martina. Su twitter l’hashtag è #salviamogliulivi.

 Una notizia intanto sembrerebbe gettare una luce negativa sulla kermesse: il crollo del 38% della produzione di olio di oliva in Italia, che scende ad appena 298 milioni di chili, un valore vicino ai minimo storici di sempre, con effetti inevitabili sui prezzi. E’ quanto emerge dai dati Ismea/Unaprol presentati stamani al Mandela. Un andamento che – sottolinea la Coldiretti – si riflette sulla produzione a livello mondiale dove si prevede una storica carestia dei raccolti per effetto del crollo della produzione anche in Grecia con circa 240 milioni di chili (-20%) ed in Tunisia dove non si supereranno i 110 milioni di chili (-21%) mentre in Spagna, che si conferma leader mondiale, sistimano circa 1400 milioni di chili, in linea con l’anno scorso. In controtendenza la Turchia che aumenta la produzione del 33% per un totale di 190 milioni di chili.

 Risultato, una previsione di produzione mondiale a 2,785 miliardi di chili in calo del 9%, con conseguenti tensioni sui prezzi che si prevedono in forte rialzo per effetto della corsa all’acquisto dell’olio nuovo. I cambiamenti – spiega la Coldiretti – si faranno sentire sul carrello della spesa soprattutto in Italia dove i consumi di olio di oliva a persona sono attorno ai 9,2 chili all’anno, dietro la Spagna con 10,4 chili e la Grecia che con 16,3 chili domina la classifica.

I prezzi alla borsa merci di Bari, che è la più rappresentativa a livello nazionale, sono in significativo aumento – precisa la Coldiretti – con un balzo nell’ultima settimana del 14% per l’extravergine rispetto all’inizio dell’anno.

Le previsioni Ismea/Unaprol che classificano l’Italia come secondo produttore mondiale nel 2016/17 indicano che la Puglia si conferma essere la principale regione di produzione nonostante il calo, mentre al secondo posto si trova la Calabria con una riduzione della produzione inferiore alla media nazionale e sul gradino più basso del podio si trova la Sicilia dove il taglio dovrebbe essere più marcato a causa  delle condizioni meteorologiche primaverili che hanno causato perdite in fioritura. Complessivamente – precisa Coldiretti – nel Mezzogiorno si stima un calo produttivo del 39%, al nord di appena il 10% mentre al centro del 29%, con la Toscana in linea con questa riduzione.

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 “Con l’approvazione dei piano olivicolo nazionale si è aperto un percorso di crescita del vero Made sul quale fare leva per incrementare la produzione nazionale, sostenere attività di ricerca, stimolare il recupero varietale e la distintività a sostegno della competitività del settore –  ha affermato il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo – l’Italia può contare su oltre 250 milioni di piante di ulivo su oltre un milione di ettari di terreno coltivato con il maggior numero di oli extravergine a denominazione (44) in Europa e sul più vasto patrimonio di varietà d’ulivo del mondo che garantiscono un fatturato al consumo stimato in 3,2 miliardi di euro nel 2015”.

 

 

 

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